Corno Grande

Corno Grande Vetta Occidentale mt. 2914 - per il Calderone
Discesa ai Prati di Tivo o a Casale San Nicola
Magnifica salita, varia ed entusiasmante, in un ambiente unico cui fanno da quinte le solari pareti del Corno Piccolo e la severa mole del Corno Grande. Non per nulla è una classica tre le più apprezzate e frequentate dell'intero Appennino.
Località di partenza: Prati di Tivo m.1465
Località di arrivo: Prati di Tivo m.1465 o Casale San Nicola m.859
Dislivello: in salita dalla Madonnina m.886, dai Prati m.1450; in discesa ai Prati di Tivo m.1450, a Casale m.2050
Tempo di salita: ore 3.30 (dalla Madonnina) complessivo per i Prati ore 4.30 e per Casale ore 5.00
Difficoltà: BSA
Esposizione: nord
Cartografia: Gran Sasso, CAI Aquila
SALITA
Dai Prati di Tivo si prende la seggiovia per la Madonnina m.2028. In alternativa al mezzo meccanico potete percorrere la strada che dal piazzale sale al campeggio e prosegue alla sella di Cima Alta, chiamata anche del Laghetto o Balcone e senza nome sulla carta. Si sale lungo il largo crinale dell'Arapietra, si supera il vecchio Albergo Diruto m.1896 e si arriva alla Madonnina (ore 1.30).
Dalla seggiovia si sale la cresta verso le balze rocciose del Corno Piccolo, che si aggirano alla base sulla sinistra, percorrendo il delicato Passo delle Scalette, da affrontare generalmente senza sci e con attenzione. Superato il Passo si è nel Vallone delle Cornacchie, chiuso ai lati dalle incombenti pareti dei Due Corni e sospeso a valle sulle dolci colline dell'Abruzzo teramano.
Si batte traccia sul lato destro del Vallone, a prudente distanza dalla parete est del Corno Piccolo che, esposta al primo sole del mattino, scarica spesso neve e pietre. Si passa davanti alla Grotta delle Cornacchie e poco dopo un acuminato obelisco accostato alla parete si attraversa il pendio verso sinistra, con una lunga diagonale in direzione del rifugio Franchetti, edificato su uno sperone roccioso al centro del Vallone. Attraverso una zona caratterizzata dai grossi massi residuo di antiche frane e dopo alcune svolte si arriva al rifugio m.2433 (ore 1.30 dalla Madonnina).
Adesso si attacca il pendio alle spalle del rifugio. Si rimonta la morena con pendenza man mano più ripida su terreno spesso gelato; superato questo tratto si entra nello spettacolare anfiteatro che,formato dalle tre vette del Corno Grande, racchiude il piccolo Ghiacciaio del Calderone. Tenendosi sulla destra della conca si traversa sotto le rocce e si risale una strettoia più ripida. Poi la conca si allarga e la pendenza si attenua per raddrizzarsi poco dopo. Si guadagna la cresta terminale per una selletta ben visibile a destra della cima. Una volta in cresta la si segue ed in breve si è in vetta al Corno Grande m.2914 (ore 3.30).
DISCESA
Lungo la via di salita fino alla Madonnina. Di qui varie possibilità di discesa ai Prati di Tivo. La più interessante è quella del canale situato a sinistra (orografica) della caratteristica Pietra della Luna, scoglio roccioso simile ad un trampolino che si incontra scendendo, poco prima della seggiovia.
Una consigliabile alternativa è completare la discesa fino a Casale San Nicola, dove si avrà l'accortezza di predisporre un'auto per il rientro. Dal Franchetti si scende lungo la traccia di salita sul lato sinistro del Vallone delle Cornacchie prima tra suggestivi blocchi rocciosi e poi accostandosi alla parete est del Corno Piccolo (attenzione alle scariche di sassi), arrivando a quota m.2100 circa, poco prima del Passo delle Scalette. Qui si affronta il pendio che scende ad est, dapprima ampio e poi che va a stringersi in alcuni canalini più ripidi. Per evitare dei canalini interrotti da paretine di roccette ed erba bisogna tenersi accostati tutto a sinistra, nel canale al fianco di un evidente spalto roccioso stratificato. Oltre il canale la discesa si fa meno ripida e, lasciandosi alla sinistra l'abbandonato rifugio di San Nicola m.1665, si continua nel fosso, spesso ostruito dagli accumuli di grosse valanghe. La vista sul Paretone del Corno Grande è insieme grandiosa ed oppressiva, e rende di per sé indimenticabile quest'itinerario.
Intorno a quota m.1450 si raggiunge il lato sinistro del fosso, dove una buona traccia di sentiero scende verso il paese. Fare attenzione a non lasciare la traccia quando questa incontra una stradina che traversa la valletta verso destra, ma continuare sul versante sinistro, incontrando in breve i segni bianchi e rossi del Sentiero Italia e quindi la chiesetta e la fonte di San Nicola. Si giunge così al piccolo paese di Casale San Nicola, purtroppo soffocato dagli altissimi piloni dell'autostrada.
(dalla guida scialpinistica "La Montagna Incantata" di L. Mazzoleni, Porzi Editoriali)